MALIN_COMICO


Crediti fotografici : @mariannamolinari.fotografica , all’interno del progetto @ritratti_isolati #aemarmora #mariannamolinarifotografica #mariannamolinari

Se dovessi raccontarmi, per iscritto intendo, sicuramente dovrei fare un distinzione, scindere i miei racconti in due momenti storici; Il tempo vissuto fin ora, ha visto un punto di flesso, una spaccatura, una crepa temporale; motivo per cui nel raccontare l’Emidio che sono diventato dovrò necessariamente tenere presente dell’Emidio A.C. e di quello D.C.

Detto così può sembrare blasfemo, o in qualche modo un tributo agli AC/DC, ma A.C e D.C. con la fede e con il Rock c’entrano poco.

Mi piace pensare che dopo il mio 79esimo articolo si apre una nuovo trend, in effetti questo è anche il mio primo articolo da trentottenne ma non c’entra con quanto detto sopra.

Ho avuto il privilegio di vivere a cavallo di una rivoluzione, degli stili di vita, delle abitudini, ma anche dei valori e delle relazioni. Il mondo in cui son vissuto, in cui mi perso e ritrovato, il mondo che mi son costruito con tanta dedizione, per potermi esprimere, ha subito un passaggio ad una nuova era;

Un vero passaggio da un mondo ad un altro, senza preavviso, da A.C. e D.C. .

Quindi nei miei racconti ho abbastanza esperienze, in termini di quantità, appartenenti al mio mondo AVANTI COVID ed tante altre in minoranza sicuramente ma dense di significato, che appartengono al nuovo mondo DOPO COVID. Ecco svelato l’acronimo A.C./D.C.!!

Davvero pensiamo di essere gli stessi di prima ? Indipendentemente se abbiamo contratto il COVID o meno, ci si illude di non essere stati “beccati“ e fingiamo che tutto questo “passaggio” non ci abbia in qualche modo intaccato.

Nel corso dei miei ultimi trentotto anni, posso testimoniare, di grandi cambiamenti che hanno interessato il nostro Paese e noi stessi. Ho assistito al passaggio dalla lira all’euro, ritrovandomi da un giorno all’altro, una paghetta dimezzata, ho visto un Papa volare in cielo e poi il suo sostituto dimettersi prima che io riuscissi ad affezionarmi, e come disse ingenuamente mio fratello “MORTO UN PAPA SE NE FA UN ALTRO…..” (e non aveva tutti i torti!!!!!). Ho dovuto accettare di dovermi sentire Italiano ogni due anni grazie alle competizioni sportive dov’è la nostra nazionale di calcio è impegnata, ma dover pensare in grande essendo un cittadino Europeo. Personalmente son passato in pochi anni da studente spensierato a direttore , poi da direttore a disoccupato poi imprenditore. Ho vissuto tanti anni con la sensazione di avere due famiglie, e prendermi l’amore da entrambe, alternando le domeniche per non rinunciare a nessuno, a saltare il pranzo della domenica e trovare un buon motivo per sfuggire anche a me stesso! Son passato da felicemente fidanzato a “la felicità sta dentro le piccole cose “ e dovermi occupare di me e farmi bastare tutte le piccole cose che a furia di cercarle per poco non rimango cieco. Ho provato la sensazione di svegliarmi ogni mattina con un messaggio d’amore, a svegliarmi e non avere la minima idea se “era solo un brutto sogno o è tutto vero”.

Insomma sono tanti i “cambia_menti” forse anche troppi, in così pochi anni, e a pensarci bene in tutto questo mega caos, la ciliegina è stato il Covid; e a proposito di D.C., ho la presunzione o semplicemente la convinzione di esserne uscito lievemente ferito, ma non più di tanto! Non è solo questione di fortuna, quella aiuta gli audaci, ho fatto un lavoro su me stesso minuzioso, per uscirne il meglio possibile.

Ho scelto bene di proteggermi, la legge della sopravvivenza, tenevo di finire stecchito ed ho usato l’astuzia; come se in un campo di battaglia mi fossi finto morto ed ho smesso di respirare, per non so quanto tempo.

Una tecnica a cui non avevo mai pensato prima, come quando in seguito a lesioni molto gravi, i medici decidono il coma farmacologico, per il paziente a cui vogliono preservare la salute ed evitare di far peggiorare la sua situazione precaria; io ugualmente, quando avverto la minaccia oppure dopo qualche colpo di arma da fuoco anche distante, mi lascio cadere al suolo, come una morte apparente volontaria e preventiva. Un po’ come chi ha un’intolleranza alimentare prende la compressa prima di pranzo o chi per una cura antibiotica, la copertura per lo stomaco.

So che se ti chiedessi di esprimersi un aggettivo per descrivermi, mi daresti del folle!

Invece se lo chiedessero a me, di esprimermi e raccontarmi, con un aggettivo sicuramente quello che più mi si addice negli ultimi tempi, e quello in cui mi riconosco maggiormente è MALINCONICO; premesso che per me è un pregio, non un difetto, ma la mia malinconia è voluta!

La malinconia secondo me è un’inclinazione dell’animo, legata sicuramente ad un forte sensibilità.

Mi riconosco malinconico perché alterno fasi di estrema serenità in cui la mia esuberanza sprigiona energia positiva, ad intervalli riflessivi in cui quello che ho dentro come un forte eco fa ancora più rumore di quanto non lo faccia mentre sorrido, e l’energia emanata nei momenti di Malinconia è terribilmente affascinate sia per me che per chi è in grado di riuscire coglierne i flussi.

Ho scoperto questa sfaccettatura della mia personalità da non molto, ma credo esserlo sempre stato; se vado a ritroso e mi guardo indietro vedo un Emidio tanto dinamico e iperattivo ma altrettanto solitario ed indipendente; da bambino cercavo i miei spazi per curiosare dentro, per cercare delle risposte che dai grandi non riuscivo ad estrapolare.

Chi mi conosce sa quanto parlo, e a maggior ragione ora può immaginare per quanto altro tempo parlo con me stesso in una giornata; ed è proprio quando parli a te stesso che una strana energia dentro di te crea un forte eco ridondante che arriva a chi cerca di capirti.

Spesso le fasi in cui divento più riflessivo combaciano proprio con le ore in cui tutto si ferma, i negozi son chiusi, gli affetti riposano ed io posso curiosare dentro di me, cercando di dare un senso a parole che mi hanno ferito, o a comportamenti ingiustificati, gente che ti ha voltato le spalle, o semplicemente nostalgia di cose andate che non torneranno più..

Quindi può essere una malinconia voluta e provocata quando cerco me, oppure una malinconia subita da episodi, persone, film o anche una canzone, che in un battibaleno toccando il tassello della sensibilità scombussola tutto. Non vi nascondo che della mia malinconia ne ho fatto una preziosa qualità; i miei articoli ne sono la prova, almeno il 90% di loro son stati scritti da una mano malinconica, le stesse corde della chitarra possono testimoniare che ad ogni vibrazione è un sentimento, come una tisana davanti al camino o tagliare le curve in moto sviscerando un pensiero. Riconosco che non a tutti è arrivato l’Emidio malinconico, forse perché spesso ci si limita al sorriso e al fatto che son sempre sereno, come chi ha il piacere di vedermi durante le ore di lavoro; ma vorrei sottolineare che la malinconia non è tristezza!!.

Ma cos’è la malinconia? Non è sicuramente una condizione di tristezza o di rabbia; La malinconia, non è altro che la felicità di sentirsi tristi, esercitare il proprio diritto e desiderio di essere sensibilmente provati, una scelta di qualche ora di catapultarsi in mood cupo e sensibile. Soprattutto la malinconia può essere cercata, la tristezza no, quella ti si attacca addosso e non va via facilmente;

Il più delle volte io me la cerco, come una calamita, come un qualcosa di estremamente dolce voglio provarla, ma non è una questione di masochismo, affatto, ma è una dimensione sensoriale che se la vivi a pieno riesce a coccolarti, come una malinconia dolce! Basti pensare a come nasce un mio articolo, nasce proprio da un desiderio di dolcezza! Ultimamente ho appreso che però quando scrivo sono un tantino malinconico, e non emerge la dolcezza e non posso negarlo, ma anche quando strimpello pare che emerga questo aspetto della mia personalità; ma in realtà quando scrivo non sono malinconico,al contrario divento malinconico mentre scrivo! Cioè il mio approccio alla scrittura richiede una preparazione mentale, devo stuzzicare la mia sensibilità, magari con l’aiuto di alcuni argomenti; quindi devo un po’ andare a cercare quelle cose che proprio non riesco a capire e quindi provo ad affrontare, per iscritto; per farlo cerco di tirar fuori dei pensieri intimi, uso una specie di malinconia forzata, il famoso “ coma farmacologico “ in modo da parlare a nudo.

Questa fase estremamente riflessiva crea le condizioni affinché i pensieri malinconici prendono forma, ed emerge l’Emidio sensibile, lontano anni luce da quello che traspare a chi durante il giorno interagisce con me con addosso la corazza fatta di sorrisi spensierati, leggerezza e ottimismo. Questo coma volutamente provocato per qualche ora a settimana definita anche modalità malinconica, è un po’ come il pessimismo Leopardiano.. e credo sia frequente per tutti quelli che scrivono o utilizzano l’arte per comunicare; (e questa è una di quelle sere).

Approvare la propria malinconia non è semplice, non è un vanto, ho dedicato un articolo a raccontare una mia debolezza in fondo, anche perché l’uomo malinconico spesso agli occhi del mondo contemporaneo è spesso “pesante”!

E se volessi dare un valore al peso della mia malinconia, come si fa con la bilancia elettronica al banco ortofrutta; l’essere pesanti potrebbe avere un gran valore.

E a proposito di valore, nelle ultime settimane, essendomi avvicinato al mondo del teatro, ho scoperto che “non esiste comicità senza il dramma” e sulla base di questo, con un pizzico di autoironia ho quindi ammesso, senza paura, uno dei miei tanti punti deboli; in fondo non c’è da aver paura, ai noi malinconici succedono cose strane quando piove, quando saliamo sui treni e quando arrivano all’ultima pagina di un libro, non siamo speciali ma nemmeno banali, non siamo né stelle, neppure meteore, abbiamo un cuore, dei sogni e anche bisogni, poi con una carezza tutto passa…..

Luogo e data : Loft AE 2 maggio 2021 D.C. ZONA ROSSA ore 04:37 am

Colonna sonora : “ BLUE JEANS “ Franco126

Link ig : https://www.instagram.com/tv/CN48Pfeqkgm/?igshid=1vpvdsvc9op8q

Link video : https://youtu.be/dIPzeHGI8hM

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