
Una volta scrissi un articolo che parlava di CON_DIVIDERE, mai come quest’anno, abbiamo condiviso lo stesso cielo e per un anno intero, guardato la stessa tv con la speranza di notizie migliori; in tutto il mondo abbiamo vissuto le stesse identiche paure e anche se accomunati più o meno dallo stesso destino o meglio dallo stesso momento storico, la percezione che ha ognuno di noi, di questo duemila venti è un rebus; ci sono oltre 365 giorni di stati d’animo differenti, a cui si sommano 24 ore quotidiane di sbalzi d’umore, praticamente ad oggi il labirinto mentale più complesso in cui ci siamo mai trovati.
“Labitinto mentale” mi piace, riflettevo proprio sul concetto di ” labirinto ” e su quanto sia indicato per rappresentare questo lungo anno; il più complesso dei rompicapo per 13 lunghissimi mesi ad oggi, a complicarlo e renderlo terribile, la nostra immagine cambiava ogni giorno; la paura prima lo sconforto poi riflessa come in uno specchio come le nostre certezze diventare sempre più fragili proprio come la nostra consapevolezza.
Il mio è stato un labirinto di specchi, non per ” l’ego” e la mia risaputa vanità, piuttosto per il livello di difficoltà di dover trovare una via di uscita facendo i conti proprio con se stessi; quanto è stato complicato accettare che la propria immagine sempre sorridente ed apparentemente serena in qualche modo iniziasse ad essere “turbata” da qualcosa che non è dentro di te ma appartiene al mondo circostante. Come una sensazione di malessere dovuto al fatto che qualcuno abbia urtato il tuo mondo colorato fatto di mattoncini di LEGO.
Quanti spigoli in una manciata di mattoncini colorati, motivo per cui se dovessi definire con un aggettivo il 2020, tra i tanti, sicuramente il più indicato sarebbe “spigoloso”, perché ad ogni livello, in ogni fase ci siamo trovati di fronte, la sensazione di aver colpito uno spigolo con il mignolo del piede e si narra che tra le pratiche di tortura i mignoli non erano mai risparmiati grazie alla loro estrema sensibilità al dolore.
Ma nella vita gli spigoli non sono solo quelli che urtiamo con i piedi in monenti di distrazione, ci sono spigoli invisibili su cui si batte inevitabilmente, altri spigoli mentali da mal di testa che non ti lasciano pensare, poi spigoli affettivi e relazioni spigolose e spesso ciò che ti ferisce è l’atteggiamento di chi ha un caratteraccio spigoloso.
Un buon artigiano ed un ottimo psicologo consiglierebbero di munirsi di una robusta lima, e cercare di smussare ed arrotondare tutto ciò che con forma minacciosamente spigolosa viene in contatto con la nostra sensibilità;
Tutto questo teoricamente è semplice, praticamente un pò meno, soprattutto per uno come me che è vissuto tra le dolci forme tonde di linee ondulate; io non ho mai neppure giocato con i LEGO, quegli incastri perfetti e scontati mi annoiavano;
Avere a disposizione una quantità limitata di mattoncini colorati, assortiti per forme quadrate e rettangolari, dopo aver esaurito le varie combinazioni un pò mi annoiavano; e un pò come avviene nella vita, per evitare noia e monotonia, c’è bisogno di nuovi mattoni colorati ed io aggiungerei nuove forme oltre a quadrati e rettangoli.
Non è mia intenzione offendere chi al contrario mio costruiva castelli di lego e mondi colorati, io purtroppo ” con i lego non ho mai legato “;
Forse per le mie attitudini creative, ma mio malgrado non mi sono mai appassionato, poiperò da adulto ho capito che cosa c’è dietro quei mattoncini colorati, per molti c’è la speranza di costruire qualcosa di nuovo con la possibilità poi di poterla distruggere per poi ricostruirne altre, all’infinito pur avendo mattoncini limitati.
Ma a differenza della vita reale, pur avendo a disposizione tante forme colorate per costruire il tuo mondo, se qualcosa va storto o semplicemente cio che hai deciso di costruire non è quello che desideri, puoi sempre distruggerlo come con i lego, basta poco, ma le distruzioni nel mondo reale, non ti lasciano mattoni colorati da rinventare, ma solo macerie ed intertezze e che per legge bisogna “SMALTIRE” ;
Il processo di smaltimento oltre ad essere oneroso e dispensioso per chi ha risorse limitate è demotivante e particolarmente poco stimolante, insomma una perdita di tempo per chi da sempre ha dedicato la sua vita a “costruire “.
E a proposito di cose da smaltire, come si esce da un anno come questo?
Il processo di ricostruzione dentro ognuno di noi, è ben piu complicato rispetto al mucchietto di mattoni colorati; dove si trovano le energie per scalare montagne di mattoni, e cercare di rimetterle in ordine, far spazio, per ricostruire il proprio mondo.
Mentre mi domandavo se questo lavoro di smaltimento e successiva ricostruzione, è un percorso da fare su se stessi oppure proprio come avviene nei giochi sarebbe preferibile in compagnia; mi son imbattuto in un articolo che sembra voler dare un senso a quanto detto fin ora riguardo all’anno appena trascorso e alle difficoltà di rimettere in piedi il nostro mondo colorato.
Concludo così con un articolo dal titolo ” la teoria del mattoncino”
Diversi studi hanno dimostrato che l’uso dei mattoncini Lego può aiutare a sviluppare le abilità sociali di chi soffre di disturbi dello spettro autistico o di altri disturbi del comportamento, come ad esempio i disturbi di tipo ansioso depressivo, l’iperattività o problemi di regolazione del comportamento. I partecipanti alla Lego Therapy mostrano un miglioramento in alcune competenze che prevedono la presenza dell’altro: imparano a condividere un progetto comune, ad attendere il proprio turno, a seguire le regole di comportamento e a sviluppare un maggior interesse nei confronti dei coetanei.
luogo e data : Loft AE di Lego, primo giorno di febbraio 2c2ì
Colonna sonora : Tiromancino -Cerotti- link: https://youtu.be/Kil-I0ZsYCY