
Sin dai tempi antichi le conserve alimentari venivano preparate in casa dalle massaie e conservate per appunto, per essere poi consumate solo nelle stagioni successive, non solo per carenza di quel determinato ortaggio o frutto, ma come strategia intelligente di evitare sprechi di cui la natura ghiotta ed abbondaziosa ci vizia.
Dobbiamo riconoscere che quello delle conserve è un rito che andrebbe ripristinato, è un messaggio di conservazione di un qualcosa oltre il tempo, è un modo di far traslare le cose oltre un ciclo di vita prestabilito, ed invece si punta ( giustamente a questo punto ) ad “educarci”, a come, ed in quale apposito sacchetto buttare il cibo!
Anche perché dietro ad un barattolo di conserva di qualsiasi prodotto, oltre lo schiocco del sottovuoto c’è una vera emozione; oltre il giudizio del palato indiscutibile, come tutti i prodotti “home made“, le conserve in genere vantano un mistero, come una strana magia! Ogni volta che miei occhi incrociano uno di quei barattoli, mi sembra di rivedere mia Nonna, e tutte le Nonne del mondo, con tutti i loro insegnamenti, profondi e saggi. In quei barattoli con forme differenti c’era tutto il bene, l’amore, ed il desiderio di conservare nel tempo i loro pensieri e tutto ciò che è prezioso.
Come dovremmo fare noi, conservare con cura tutto ciò che di bello vorremmo portare con noi nel tempo, dando il giusto valore ad ogni piccola cosa! Come i pelati anche i sogni, i ricordi, le fantasie ed ogni cosa che ha contribuito alla nostra crescita, influenzando il nostro percorso di crescita!
Io ad esempio tra le tante cose che conservo, e a tal proposito, ho un inventario di ricordi a cui sono fortemente legato; come una grandissima raccolta di vhs matricolata con date e luoghi, foto ed infinite emozioni da pelle d’oca!
In un barattolo con una data ormai lontana, ho trovato una favola che avevo conservato talmente bene da far fatica a ritrovare, non ricordo il giorno in cui chiusi il tappo, ma aprendola ho sentito un profumo che mi ha catapultato in un altro momento storico!
Mi son sentito molto piccolo, non quanto un bambino, ho rivisto muri, case e strade lontane ormai, percepito odori ormai quasi dimenticati e sapori da leccarsi le labbra! Un esplosione, un “dejavu”. Un miracolo emozionale di questa entità si verifica solo quando si è conservato bene qualcosa, e dentro questo benedetto vasetto, ho conservato “una favola”, non è di certo non l’ho scritta io, ma per un po’ l’ho sentita davvero mia e come si fa con le cose a cui si tiene, l’ho messa al sicuro, l’ho conservarla con cura! Proprio così come si fa con le conserve di qualità, oggi voglio condividerla con voi, affinché possiate trarne insegnamento; in fondo è questo il motivo per cui le favole vengono scritte, per essere lette e rilette.
Quindi con il suono del tappo di latta che stappa vi lascio alla vostra lettura, affinché possiate interpretala anche voi nella migliore dei modi, buona lettura…..
Si racconta che una volta, tanto tempo fa, la Follia invitò gli amici a casa sua.
Presero il caffè conversando, e dopo che la Noia ebbe sbadigliato per l’ennesima volta, la Follia propose:
‘Si gioca a nascondino?’
‘Nascondino? Che cos’è?’ – domandò la Curiosità.
‘Nascondino è un gioco. Io mi copro gli occhi e conto fino a cento mentre voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, vi cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare.’
L’ Entusiasmo accettò subito, seguito dall’ Euforia e dall’Allegria e fece tanti salti che finì per convincere anche il Dubbio e l’Apatia, la quale non aveva mai voglia di fare nulla.
Ma non tutti vollero partecipare: la Verità preferì non nascondersi, la Superbia disse che era un gioco molto sciocco. La Paura non uscì nemmeno di casa e la Codardia per non rischiare restò con lei.
‘1,2,3…’ – la Follia cominciò a contare.
La Fretta si nascose per prima, dove le capitò.
La Pigrizia si lascio cadere dietro al primo sasso.
La Timidezza, impacciata come sempre, si nascose in un cespuglio.
La Fede salì in cielo e la Gioia corse in mezzo al giardino.
La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi.
L’ Invidia si nascose all’ombra del Trionfo, che era riuscito a raggiungere la vetta più alta.
La Follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano.
L’Egoismo si prese subito il posto migliore. La Generosità non riusciva a nascondersi perchè lasciava ai suoi amici ogni posto che trovava. Un lago cristallino? Ideale per la Bellezza. Un cespuglio? Perfetto per la Timidezza. Un soffio di vento? Giusto per la Libertà. Finchè anche la Generosità decise di nascondersi dietro un raggio di sole.
La Passione e il Desiderio si nascosero nel centro di un vulcano.
La Bugia si nascose non si sa dove.
La Disperazione era disperata vedendo che la Follia era già a novantanove.
‘CENTO!’ – gridò la Follia – ‘Comincerò a cercare.’
La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Poi la Pigrizia, nascosta malamente sotto un sasso.
Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto.
E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza.
Vicino al lago vide la Bellezza, e l’Invidia all’ombra del Trionfo.
Sentì fremere il vulcano della Passione e del Desiderio, e uno dopo l’altro ritrovò tutti gli amici.
Quando tutti furono riuniti, la Curiosità domandò: ‘Dov’è l’Amore?’.
Nessuno l’aveva visto.
La Follia cominciò a cercarlo.
Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi, sotto le rocce. Ma non trovò l’Amore.
Alla fine la Follia vide un uno splendido giardino di rose e pensò che l’Amore dovesse trovarsi lì. Prese un pezzo di legno e cominciò a cercare tra i rami, quando ad un tratto sentì un grido.
Era l’Amore, che gridava perché una spina gli aveva ferito gli occhi.
La Follia non sapeva che cosa fare.
Pianse, pregò, si scusò, implorò l’Amore per avere il suo perdono.
L’ Amore la perdonò.
Da allora, da quando per la prima volta sulla Terra si giocò a nascondino, l’Amore fu cieco e la Follia non lo lasciò mai più…..
Luogo e data : Loft AE- 25 agosto 2020 ore 04:10 – tanti gradi e luci soffuse…
Colonna sonora: Canova e Fulminacci “stavo pensando a te “ link —> https://youtu.be/cXbExq6mpHw