
“Alone in italiano”, non avrei mai scommesso neppure un euro, non mi sarei mai sognato di scrivere un articolo con titolo “ALONE”; e come scrivevo sulle pareti di scuola “SEMPRE E MAI, sono due parole che devi ricordare SEMPRE di non dire MAI “ ; Quello che state per leggere è il mio secondo articolo intitolato “ALONE”.
Questa volta però “ALONE è in italiano”; il primo era “ALONE in inglese” e per chi non l’avesse letto parla dello “star soli” questa invece è proprio Alone, e secondo la definizione del nostro dizionario è; la Sensazione indistinta che sembra nascere da una determinata situazione o da certe persone o luoghi particolarmente suggestivi: un a. di mistero; fulgore luminoso: avvolto in un a. di gloria
Credo che ALONE sia proprio la parola chiave, è perfetta per analizzare il nostro momento storico; questa parola cosi astratta e priva di particolare collegamento, non solo ha il privilegio di essere il titolo di ben due articoli, è anche il ponte che unisce i due articoli, in italiano ed in inglese, la sostanza non cambia.
Alone ha due facce come una medaglia, da un lato il mistero che ruota intorno al terribile virus che ha minato il nostro concetto di serenità; e dall’altra faccia la privazione dell’aggregazione, il dover superare questo tremendo periodo lottando soli e quindi ALONE per gli inglesi, contro l’invisibile nemico.
“SIAMO SOLI” canta Vasco, soli per un duplice motivo; da una parte la paura di essere contagiati da terzi ci fa mantenere le distanze in maniera inquietante, mi riporta alla mente agli anni ’90 la pubblicità progresso che vedeva i contagiati dal virus dell’AIDS che si aggiravano nel quotidiano avvolti da un ALONE viola e una voce calda e poco rassicurante che diceva “L’AIDS NON SI VEDE MA STA CRESCENDO”; avevo solo sei anni nel 1990 ma io quella pubblicità non la dimenticherò mai; dall’altra parte invece “SIAMO SOLI “ per il senso di responsabilità che ci tiene rinchiusi nelle quattro mura di casa, lontano persino dalle persone care per paura di essere noi stessi dei probabili sani portatori inconsapevoli tendiamo ad allontanarci dagli affetti. Devastante per i cuori nobili, evitare gli abbracci e gli auguri per la festa del papà; la festa del papà se vado a ritroso ai tempi della pubblicità progresso di cui prima, mi riporta in un pomeriggio dopo scuola con “ I GRANDI” che si attivavano per raccattare con l’aiuto dei propri genitori, zii, nonni le stoppie per quello che sarebbe stato all imbrunire il FALO’ DI SAN GIUSEPPE; ogni quartiere aveva l’obbiettivo di fare il falò più grande ed era un’organizzazione che vedeva coinvolti tutte le fasce d’età delle intere famiglie, persino le nonne, a loro spettava il compito affascinante di cucire delle bambole di pezza che piene di polvere da sparo e tric e trac venivano infilzate sulla punta del falò, non so per quale barbaro motivo. Ricordo l’aggregazione intorno ai falò rionali, si mangiava e ballava e tutta la comunità a rotazione girava per le varie piazze e piani per confrontare i vari falò, dopo aver mangiato castagne e caldarroste, si vedeva esplodere la bombola e credo fosse di buon auspicio e per lo stesso motivo ognuno portava a casa dei carboni ardenti con il braciere.
Questa festa del Papà inspiegabilmente è stata soffocata dalla pandemia, parola a me sconosciuta fino ad una settimana fa, e tutto il mondo in pochi giorni piegato in due; e non è solo colpa del “corona virus” quello è il male minore, ha indebolito ognuno di noi, la nostra serenità, i principi su cui abbiamo sempre impostato le nostre vite, le priorità, gli spazi, i tempi; tutte queste sono state spazzate via come con il panno si toglie l’alone su un vetro…
La democrazia in cui sguazzavamo ha lasciato spazio a delle misure restrittive rigide come la nostra bell’Italia libera non era più abituata da ormai quasi un secolo, negli ultimi ottant’anni ogni singolo cittadino sul territorio nazionale poteva fare quel cazzo che voleva nella tutela dei propri diritti, spostarsi in qualsiasi fascia oraria verso qualunque destinazione senza la necessità di dover “dare conto”
Oggi no, amici ed amanti, proprio come divisi da invisibili muri come quello che divise Berlino, da un giorno all’altro devo accontentarsi di telefonarsi o videochiamarsi senza potersi incontrare; SIAMO NEL PANICO!
Non si comprende la gravità, la gente muore, sono già migliaia le vittime, ogni giorno nuovi casi di contagio e noi siamo concentrati solo sui nostri bisogni e sulle nostre priorità, si svalvola con poco, ma non per il timore del virus o per la volontà di sconfiggerlo, ma l’imposizione al fine di evitare ulteriori contagi ha creato il panico;
Si rivendica ” il diritto dell’OVVIO ” ; il diritto di fare footing e passeggiate all’aperto, d’ incontrarsi per un aperitivo, una birra e una canna!
Quanto sconforto, la totalità dei monumenti dei caduti e degli eroi di guerra a cui sono stati intitolate strade e piazze saranno indignati da una società che non comprende e non è riconoscente; una società che non tutela i principi di umanità, rispetto, altruismo; Abbiamo perso la DIGNITA’…
Questo è proprio lo specchio della nostra società moderna, viziata e insoddisfatta. Frigo e dispense da tenerci in vita per minimo tre mesi, internet alla velocità della fibra, navigazione Smartphone in 4g, PAY-TV divisa tra SKY e NETFLIX, luce e riscaldamento perfettamente funzionanti e servizio di raccolta rifiuti attivo, praticamente viviamo talmente nel benessere da non comprendere quanto siamo fortunati ad affrontare IL DISAGIO in queste condizioni….
Affinchè si possa venir fuori da questo terribile momento arricchiti, non di denaro, ma di “piccole cose “ e valori sani e nobili, riporto qui di seguito una lista delle cose da fare in casa nei giorni di quarantena, consigliate da Alessandro Mannarino:
Cose che si possono fare a casa.
Leggere
Scrivere
Una torta
Vedere film bellissimi
Riprendere in mano un vecchio strumento
Studiare
Disegnare
Scrivere il diario della propria vita
Telefonare ad amici che non senti da tanto
Pulire casa e buttare cose vecchie
Fare lavoretti, aggiustare cose
Ascoltare dischi bellissimi
Dormire
Sistemare l’armadio e buttare gli scheletri
Pensare al mondo
Imparare una lingua
Allenarsi
Sconfiggere i virus che ti porti dietro da una vita, scegliere di essere felice, buttare le cose inutili, e guardare in faccia la verità: chi sei, chi ami, cosa vuoi fare davvero quando uscirai di casa..
Luogo e data: SIUTE LOFT AE 5 stelle – ventuno marzo duemilaventi ore zero cinque due punti venti
Colonna sonora : FILOSOFIA AGRICOLA – NICCOLò FABI –
LINK : https://www.youtube.com/watch?v=B7CvxfrwTOo
PUBBLICITA’ PROGRESSO ’90 LINK : https://www.youtube.com/watch?v=k33ta6HBotc
Concludo con il testo del brano che ho scelto come colonna sonora per questo articolo
FILOSOFIA AGRICOLA – Niccolò Fabi –
Verranno giorni limpidi
Come i brividi
Quest’anno
Ritorneremo liberi
Come quelli che
Non sanno
Chiaro è che non vincerò
Contro i cumuli
Di memoria
Ma il vento che li agita
Sarà l’ultimo ad arrendersi
E poi sarà bellissimo
Di te dipingermi l’interno
Semmai potessi scegliere
Io mi addormenterei d’inverno
Più che felice e fertile
Se la filosofia diventa agricola
La terra che ci ospita
Comunque è l’ultima
A decidere
Se avessi meno nostalgia
Saprei conoscere
Godermi e crescere
Invece assisto immobile
Al mio nascondermi
E scivolare via da qui
Come l’acqua passerà…
In fondo tutto passa…..anche l’acqua!